IN CANTINA

BIANCHIVAL D'AOSTA

Pinot Gris, Vallée d’Aoste DOC, Az. vitivinicola Lo Triolet, Introd (Ao)

Nessun commento

In Valle d’Aosta fare vino è sinonimo di passione, impegno e grande considerazione verso il proprio territorio, perché le avversità ambientali sono numerose e condizionano in gran parte sia l’attività del singolo viticoltore che dell’intero settore.

Se osserviamo una carta geografica della regione, possiamo notare come questa sia attraversata da est a ovest dal fiume Dora Baltea, un elemento fortemente condizionante.

In effetti, lungo il suo percorso, il letto del fiume delimita due aree ben distinte e climaticamente diverse: l’Adret, la sinistra orografica, quella con una migliore esposizione al sole e quindi con la maggior parte dei vigneti e delle cantine, mentre l’altra, l’Enver, meno soleggiata e dove la maggior parte delle vigne sono circoscritte sopra Aosta, un’area dall’esposizione migliore.

Qui, a Introd, un piccolo centro abitato della provincia aostana, ai confini con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, troviamo la Cantina Lo Triolet (con annesso un grazioso agriturismo) che è l’esempio evidente della passione e dell’operosità dell’uomo, verso la coltivazione della vite, la produzione del vino, immerse nella tradizione valdostana.

Nel 1993 il proprietario, tecnico in viticoltura, lasciò la sua occupazione presso l’amministrazione regionale e intraprese quella di vignaiolo e in un vecchio vigneto a 900 mt di altitudine, impiantò il Pinot Gris, vitigno precoce e capace di sfruttare al meglio le condizioni pedo-climatiche di quella piccola area.

La scelta fu alquanto azzeccata, poiché da quel momento ci fu il passaggio dal fare “vino per hobby” a quello di imprenditore vitivinicolo, capace di valorizzare le uve autoctone e quelle internazionali, in funzione dell’ambiente circostante, rispettandolo pienamente.

Infatti, vennero impiantati nuovi vigneti con altri vitigni, in altre piccole porzioni di terreno, disposti su pendii quasi inaccessibili, ad altitudini diverse e con densità d’impianto superiore alla norma per ottenere rese adeguate, comunque qualitativamente valide.

Pertanto, negli anni, la gamma dei vini prodotti è risultata ampia e tra questi c’è senz’altro il Pinot Gris Vallée d’Aoste (DOC).

Questo non è solo un francesismo per chiamare il Pinot Grigio ma esiste una differenza tra i due vitigni e naturalmente tra i vini prodotti.

Le origini sono comuni, infatti, entrambi discendono geneticamente dal Pinot Nero, nome che a prescindere dal colore, deriva dal fatto che i grappoli sono piccoli con acini fitti, che ricordano le pigne dei pini.

Il Pinot Gris è un vitigno a bacca bianca e proviene anticamente dalla Borgogna.

Da anni in Francia, trova la sua massima espressione nella zona dell’Alsazia, dove si producono vini corposi, strutturati e viscosi che risultano assai diversi da quelli ottenuti dal Pinot Grigio nei nostri ed in molti altri territori.

In Germania, dove viene coltivato su ampie superfici, prende il nome di Grauburgunder ed ha una grande popolarità, simile a quella acquisita di recente, anche in molti paesi oltre oceano e del Nuovo Mondo.

In questa cantina, il profilo è quello del Pinot Grigio tradizionale, ma di grandissimo livello, tanto che viene considerato uno dei più grandi vini valdostani e nazionali, tanto da essere spesso riconosciuto e premiato dalle guide di settore.

Verso la fine di Settembre le uve vengono raccolte accuratamente e disposte in piccole cassette; segue pigiatura e pressatura con una breve macerazione e decantazione.

Successivamente il mosto viene portato a fermentazione mantenendo una temperatura bassa e controllata. Segue un affinamento di 8 mesi in acciaio, tenendo il vino a contatto con il deposito della fermentazione stessa, poi imbottigliamento finale.

Si presenta di colore giallo paglierino con sfumature più intense. Floreale e fruttato. Un profumo di erbe e fiori di montagna; frutti a polpa bianca, mela, pesca con una nota agrumata. Equilibrato con naso e bocca in sintonia; un gusto pieno, morbido, fresco e dal finale sapido e persistente.

Un anno in cantina si può tenere ma è pronto subito. In tavola a 8°-10° C, come aperitivo con giardiniera, prosciutto crudo e fontina valdostana(!!), insieme a piatti a base di pesce, uno spaghetto con le vongole o con un ragù bianco di mare, un branzino al sale.

Ma lo possiamo abbinare a dei tortelli ricotta e spinaci, a dei risotti alle verdure, ad un tagliere a base di formaggi di capra, miele di montagna o composte di frutta e naturalmente a qualche piatto tipico della cucina locale.

Pertanto,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

Suggerimenti di lettura

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Menu