IN CANTINA

LOMBARDIASPUMANTI

Palazzo Lana Extreme 2009, Franciacorta Extra brut Riserva DOCG, Cantina G. Berlucchi, Borgaonato di Cortefranca (Bs)

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Andiamo in provincia di Brescia e precisamente in Franciacorta, una delle zone vitivinicole italiane dove è stato maggiormente valorizzato il “Metodo Classico”, cioè quella tecnica di spumantizzazione che si basa sulla rifermentazione del vino sui lieviti in bottiglia.

Questo è un territorio con una tradizione enologica antichissima. Infatti, ci sono documenti che testimoniano la produzione del vino già nell’VIII secolo, grazie ai monaci benedettini che trasformarono queste terre paludose, in fertili e produttive.

Il nome Franciacorta (ormai è certo!!) deriva da “francae curtis” cioè, terre libere dal dazio, concesse ai monaci e da essi bonificate e coltivate.

Inoltre, è documentato che nel XIII secolo si realizzavano già, ma in quantità limitata, i primi vini bianchi frizzanti, destinati per lo più alle tavole dei nobili proprietari terrieri della zona che li consumavano durante i loro ricchi banchetti.

Ma veniamo ai tempi nostri.

Il Consorzio per la Tutela del Franciacorta annovera più o meno 120 cantine iscritte, 19 comuni bresciani che costituiscono la zona di produzione, 2800 ettari vitati DOCG e quasi 18 milioni di bottiglie vendute, delle quali circa 2 milioni all’estero.

Le uve impiegate sono lo Chardonnay, il Pinot nero, il Pinot bianco (max 50%) e recentemente, l’Erbamat (max 10 %) un vitigno autoctono (non utilizzato per il Satèn).

Del metodo ne abbiamo parlato, pertanto mi soffermo brevemente alle principali categorie.

Due sono le tipologie: Millesimato, cioè quando tutto il vino prodotto proviene da un’unica annata di eccellente qualità e commercializzato non prima di 37 mesi dalla vendemmia; è compresa anche la “Riserva”, con un livello qualitativo ancora più superiore e con la messa in commercio dopo almeno 67 mesi.

La seconda è la Cuvée o Non Millesimato, che deriva da più annate qualitativamente ottime e commercializzata dopo almeno 18 mesi.

Da ricordare per entrambe che dopo la prima fermentazione c’è l’Assemblaggio, una fase determinante dove l’enologo crea il “suo” vino, effettuando numerose degustazioni e assemblando vini provenienti da diversi vigneti ma della stessa annata (Millesimato) o da annate diverse (Cuvée).

Invece, in base ai tempi di contatto sui lieviti in bottiglia, alla % delle uve impiegate e alla pressione sviluppatasi i in bottiglia (espressa in atmosfere) abbiamo:

Franciacorta, 18 mesi, le tre uve principali e 6 atm.; Satèn, 24 mesi, solo uve bianche e 4 atm.; Rosé, 24 mesi, Pinot nero in massima % e 5 atm.

Infine, dopo la “sboccatura”, a seconda della concentrazione di zucchero presente nello sciroppo di dosaggio aggiunto, possiamo avere un vino dal più secco, al più dolce, rispettivamente definiti:

Non dosato  (solo il residuo naturale), Extra Brut, Brut, Extra dry, Dry e Demi sec.

L’anno scorso per una delle cantine simbolo della Franciacorta, ricorre un anniversario prestigioso: i 60 anni del primo Metodo Classico.

La cantina è la Guido Berlucchi, a Borgonato di Corte Franca, che proprio nel 1961, creò uno spumante…alla maniera dei francesi…, come dicono in quella cantina e divenuto poi il capostipite di questa tipologia di vino della zona.

La nascita del Franciacorta e del suo metodo è legata ad un aneddoto.

La cantina fu fondata nel 1955 dal conte Berlucchi che dopo i primi anni, per migliorare il valore dei propri vini bianchi, chiamò per una consulenza un giovane enologo proveniente dalla Scuola Enologica d’Alba, Franco Ziliani (da alcuni mesi defunto) che dopo aver dato alcune indicazioni, suggerì, osando, di provare a produrre uno spumante con il metodo Champenoise.

Naturalmente l’inizio non fu semplice, ma nel 1961 furono imbottigliate le prime 3 mila bottiglie che aperte l’anno dopo, si dimostrarono ottime.

Da allora molti altri vignaioli locali seguirono questa strada, producendo un vino capace di valorizzare l’intero territorio e creare un marchio enologico e commerciale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

In Berlucchi, oltre alla qualità eccellente dei vini ed alla fiera tradizione familiare, dato che oggi l’azienda  viene gestita dai figli di “quell’enologo”, spiccano due simboli, due vere e proprie opere architettoniche, che danno grande risalto a questa azienda e che ne sono fortemente legate.

La prima è la cantina, con le sue gallerie sotterranee per l’affinamento dei vini, edificata nel 1680 ad una profondità di dieci metri dal piano, per volere dei nobili Lana de’ Terzi, dai quali G.Berlucchi discende.

E la seconda, è una splendida residenza seicentesca, Palazzo Lana, dove al suo interno sono raccolte opere d’arte uniche e di epoche diverse ma dove in un’ampia sala c’è un grande camino in marmo, luogo del primo incontro dei due grandi “padri fondatori” del Franciacorta, il conte Berlucchi e Franco Ziliani.

E veniamo alla nostra etichetta, Palazzo Lana Extreme 2009, un Extra Brut millesimato, ottenuto da uve Pinot nero in purezza  un vino di grande classe e raffinatezza, da bere in occasioni particolari e quindi prodotto giustamente per questi 60 anni.

Le uve provengono dalle vigne coltivate in due specifiche località e vengono vendemmiate dalla seconda decade di Agosto, a mano ed a maturazione ottimale. Di seguito sono trasferite in presse a piano inclinato per la pressatura soffice e lenta, con l’immediata separazione del succo, il famoso “mosto fiore” che viene posto a decantare per una notte.

Successivo trasferimento in tini inox per la prima fermentazione e ulteriore passaggio, parte in acciaio e parte in barrique di rovere, per 6 mesi. Contemporaneamente viene studiato e preparato l’assemblaggio definitivo con le quantità di vino dell’annata, proveniente dalle varie parcelle dei vigneti.

Seconda fermentazione in bottiglia e successivo affinamento a contatto con i lieviti per una durata di 10 anni. Sboccatura e aggiunta dello sciroppo di dosaggio scelto accuratamente in precedenza, seguita dall’affinamento finale in bottiglia per altri 6 mesi.

Nel bicchiere si vede una spuma piena, una corona persistente ed un finissimo perlage. Un colore giallo paglierino con riflessi oro rosa. In bocca risultano i sentori di frutta a pasta gialla, come pesca e albicocca, ma si sente pure l’arancia candita, il pane tostato e spezie delicate.

Di grande struttura ma fresco, morbido e avvolgente, con un finale persistente e delicatamente affumicato. Gradazione 12,5°C.

Si può tenere in cantina anche oltre i 5 anni, ma beviamolo subito ad una temperatura di mescita di 10°-12°C a tutto pasto, con piatti di pesce e carni bianche. Un antipasto di pesce crudo, con frutti di mare e carpacci, anche affumicati. Tagliolini al salmone, Linguine all’astice, fregola con saporiti ragù di mare ed un ricco risotto ai frutti di mare.

Tonno, spada , orate o dentici di buona pezzature, semplicemente alla griglia.

Arrosti di vitello e tacchino ripieni, al forno con frutta cotta.

Ma se volete fare qualcosa di particolare abbinatelo a crostini di pane tiepidi con del salmone selvaggio (pescato all’amo) “Red King” oppure con del caviale, naturalmente “Calvisius” visto che siamo in terra bresciana.

E naturalmente

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

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