IN CANTINA

BIANCHILOMBARDIA

Madonna della Scoperta, Lugana Superiore DOC, Cantina Perla del Garda, Lonato (Bs)

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Siamo in Lombardia e la seconda provincia di questa regione con un indirizzo vitivinicolo importante, è senz’altro quella di Brescia, dove spiccano particolarmente le uve a bacca bianca.

Logico pensare immediatamente alla Franciacorta con il suo Metodo Classico, ma nel bresciano c’è un’altra realtà dove i vini bianchi raggiungono livelli eccellenti ed è quella del Lugana, definito il “Signore del grande Lago”.

Sono 2000 ettari vitati, distribuiti su due regioni, Lombardia e Veneto, ma con una evidente predominanza territoriale bresciana, anche se circa il 60% dell’imbottigliato proviene da produttori veronesi.

5 i comuni della DOC, 4 bresciani, Desenzano, Sirmione, Lonato e Pozzolengo, mentre il quinto è Peschiera d/Garda in provincia di Verona.

Ci troviamo adiacenti al grande Lago di Garda, per lo più nell’entroterra, una zona particolarmente fertile.

E pensare che tornando indietro più di mille anni fa, questa zona si chiamava “Selva Lucana” (ecco da dove deriva il nome!) un’area incolta, paludosa e con un folto bosco.

Grazie ai monaci ed alla Serenissima Repubblica di Venezia, nel ‘400 iniziò un’intensa opera di bonifica che portò ad ottenere inizialmente dei terreni per la coltivazione dei cereali e successivamente per la viticoltura.

Ma qui la vite, era presente fin dall’età del Bronzo, come dimostrano i vinaccioli ritrovati presso le palafitte nel comune di Peschiera d/G e le numerose citazioni storiche-leggendarie, da Catullo a Isabella d’Este Gonzaga, fino ad alcuni letterati bresciani, tutto ciò a testimoniare la qualità ed il valore commerciale del vino prodotto in questa zona.

Dal punto di vista vitivinicolo in questo territorio si distinguono due zone:

a prima, la più ampia, definita “Classica” caratterizzata da un profilo pianeggiante che si stende tra le province di Bs e Vr (da Desenzano fino a Peschiera), con  terreni argillosi, e che rappresenta, in alcune piccole aree, il “cru” della DOC.

Mentre la seconda, più limitata, inizia da S. Martino della battaglia e si dirige, da un lato verso il Mantovano e dall’altro verso Lonato in provincia di Bs con un profilo  leggermente collinare e terreni  più sabbiosi e pietrosi, di chiara origine morenica.

Sono tutte terre difficili da lavorare con evidenti differenze pedologiche che determinano vini dai profili sensoriali e strutturali differenti, tipici delle aree di produzione.

Il clima, influenzato dal vicino lago, è particolarmente favorevole, mite, ventilato, con limitate escursioni termiche, dove la Turbiana o Trebbiano di Lugana, il vitigno autoctono originario, trova da sempre, le proprie condizioni ideali.

E’ un trebbiano simile a quello della vicina zona di Soave e per molti anni, considerato erroneamente, l’equivalente del Verdicchio dei Castelli di Jesi; recenti studi hanno infatti dimostrato che tra la Turbiana e gli altri Trebbiani nazionali esistono differenze genetiche, agronomiche, ma soprattutto enologiche.

Il disciplinare DOC (dal 1967, il primo della regione!) del Consorzio Lugana, concede il 90% di Turbiana (oggi molti vignaioli vinificano in purezza) e stabilisce 5 diverse tipologie:

Base, Superiore, Riserva, Vendemmia tardiva e Spumante.

Negli ultimi due, la raccolta posticipata e la tecnica di produzione (metodo Martinotti -Charmat) sono i fattori differenzianti, mentre per le altre tre, è l’invecchiamento in bottiglia ciò che differisce, rispettivamente da pochi mesi, a 12, fino a 24.

Numerose sono le cantine che producono questo ottimo vino bianco e tra queste emerge senz’altro la “Perla del Garda” a Lonato in provincia di Bs.

Una lunga tradizione agricola e dopo alcune prime vendemmie dall’esito èpositivo, l’importante decisione: produrre il proprio vino.

Nasce così poco dopo il primo lugana DOC, con l’obiettivo di riportare su quelle colline moreniche, la vite, per valorizzare al meglio il territorio, come gli antichi documenti catastali o le rappresentazioni grafiche dimostrano.

40 ettari che si estendono a sud del lago di Garda e coltivati con uve bianche e rosse, nel pieno rispetto della natura; dal 2013 una decina di ettari vengono coltivati in biologico e dal 2016 viene prodotto un vino Bio.

Tra i Bianchi, eccelle il “Madonna della scoperta” (il nome deriva dalla vicinanza del vigneto, all’omonimo Santuario), un Lugana Superiore con Turbiana in purezza, capace in questi ultimi anni di raggiungere riconoscimenti a livello nazionale.

Le uve vengono vendemmiate a mano nel mese di Settembre. Una volta portate in cantina, subiscono un’attenta selezione, per poi acclimatarsi in locali appositi, ad una temperatura di 10°C.

Segue una soffice pressatura dell’uva intera e poi inizia la fermentazione in vasche d’acciaio, a 15°C per una decina di giorni.

L’affinamento successivo prosegue  in acciaio ed in legno complessivamente per una decina di mesi.

Nel bicchiere si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati.

Al naso emerge la frutta fresca, bianca per lo più, mela, pera e pesca, con un finale leggermente agrumato; la crosta del pane ed una delicata speziatura.

Equilibrato, con un gusto pieno e rotondo, minerale e sapido, con una finissima effervescenza che completa un finale alquanto piacevole. Gradazione 12,5°C.

Da bere preferibilmente subito, ad una temperatura di 8°-10°C con piatti a base di pesce. Insalata di mare tiepida, spaghetti alle vongole, zuppetta in bianco, sogliole al limone o alle erbe aromatiche., filetti di spigola  al cartoccio con pomodorini e aromi.

Ottimo pure con il pesce di acqua dolce, in particolare con coregone o lavarello e persico, quest’ultimo sia impanato che alla “mugnaia” . Risulta ottimo  con dei formaggi freschi a pasta filante.

E come sempre,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

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