IN CANTINA

SPUMANTIVENETO

La Rivetta, Prosecco DOCG Sup.”Cartizze”, Cantina Villa Sandi, Crocetta del Montello (Tv)

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Percorriamo l’autostrada Serenissima in direzione Venezia, attraversiamo la parte settentrionale della Pianura Padana veneta, per raggiungere le colline trevigiane, rinomate in buona parte del mondo per un vino tipico italiano, il Prosecco.

Pensate che questa zona rappresenta il distretto spumantistico nazionale più esteso, dalla quale si produce il vino italiano più esportato all’estero.

Dal 2019, queste colline, per ciò che rappresentano, sono state definite dall’UNESCO, Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Il centro nevralgico di quest’area è senz’altro Valdobbiadene, all’interno della quale però, esiste una sottozona (le frazioni di Santo Stefano, Saccol e S. Pietro di Barbozza, in provincia di TV) dal nome, Cartizze, dalla valenza indiscutibile, tanto da essere riconosciuta come il vertice qualitativo della DOC Prosecco.

Questa è un’area collinare, una vallata di soli 108 ettari, nella quale si produce il prestigioso vino spumante Prosecco DOCG Sup. di Cartizze.

140 produttori, per lo più proprietari di piccoli appezzamenti, con terreni assolutamente vocati alla coltivazione della vite, ed in particolare di un vitigno tipico autoctono, la Glera che rappresenta la base del Prosecco (il disciplinare stabilisce l’85% minimo di quest’uva).

Vitigno, microclima e terreno, creano un vero e proprio “cru”, che genera in questo vino, concentrazioni aromatiche uniche e tipiche; una microzona che viene denominata il Pentagono d’oro di Santo Stefano.

Le origini della Glera sono antiche e da collegare ai tempi dei Romani, che ne apprezzavano le sue qualità, in particolare Livia, la moglie dell’imperatore Augusto, che considerava la bevanda prodotta da quest’uva, fattore determinante per la longevità…

Da alcuni studi e scritti storici di più recente data, pare che la culla originaria sia carsica e triestina (Prosecco, è un comune nei pressi di Trieste) ma con l’andar del tempo e la successiva diffusione, le zone di maggiore coltivazione si trasferirono nel trevigiano, proprio nelle zone di Conegliano e Valdobbiadene.

Due sono le ipotesi più accreditate circa la derivazione del nome Cartizze. La prima deriva dal termine dialettale locale “gardiz o gardizze” che sta ad indicare i graticci usati per l’appassimento delle uve, tecnica ormai sorpassata.

L’altra ipotesi è legata al nome sempre dialettale “cartiza” che identifica l’involucro della pannocchia del mais (le brattee), utilizzata per avvolgere i grappoli d’uva, un’antica pratica locale per aumentare il grado zuccherino degli stessi, ottenendo così un vino da dessert, quasi un passito.

Ma dagli anni ’50 questa pratica è andata scomparendo, soprattutto per la richiesta del mercato, in quanto il consumatore gradisce un vino più fresco e beverino, cioè quello ottenuto con il metodo tradizionale del Prosecco.

Suolo e microclima fanno la differenza. I terreni sono leggeri e ricchi di minerali, con un drenaggio naturale e perfetto. L’altitudine varia dai 200 ai 350 mt. s.l.m., con un‘esposizione favorevole, una ventilazione ottimale che previene l’umidità tra le piante e con una escursione termica, data dalle correnti fresche che scendono dalle vette delle Pre-Alpi che circondano l’area.

Infine, gli esperti vignaioli locali hanno fatto il loro, dato che hanno stabilito delle rese/ettaro più basse rispetto alle altre zone di produzione, per ottenere vini dalle caratteristiche esclusive.

Inoltre, le uve raccolte nella vallata devono essere vinificate assolutamente all’interno del comune di Valdobbiadene e le bottiglie denominate Cartizze sono prodotte in numero limitato (1.2 milione /anno) e commercializzate solamente nella versione Spumante (vietata la vendita in altre versioni, oppure in damigiane o sfuso).

La cantina Villa Sandi a Crocetta del Montello (TV) nel cuore della DOC, di antica tradizione familiare enoica, ha legato il suo nome al Prosecco, sia per la posizione della Tenuta, sia per i suoi vini di grande qualità, ma soprattutto perché da una decina d’anni viene vinificato un Cartizze, Vigna la Rivetta, ottenuto dai vigneti ubicati proprio nella vallata omonima.

Questa cantina è caratterizzata da una sede con un edificio del 1600 in stille palladiano, da una superfice vitata elevata, suddivisa in differenti aree geografiche e dove lo scopo principale è sempre stato uno:

valorizzare il Prosecco ed i suoi luoghi d’origine, con etichette diverse per rendere l’immagine di tale vino dinamica e variegata in modo da assecondare i gusti dei consumatori.

La vendemmia delle uve della vigna Rivetta per vinificare il Cartizze avviene manualmente, raccogliendo i grappoli a giusta maturazione. In seguito, questi vengono trasferiti nelle presse pneumatiche per una soffice spremitura ed ottenere il mosto “fiore” che viene versato nelle vasche d’acciaio per la fermentazione a temperatura controllata.

Dopo alcuni mesi, il vino viene trasferito nelle autoclavi per la cosidetta “presa di spuma”, che prevede l’aggiunta di lieviti e zuccheri, secondo il procedimento del metodo Martinotti-Charmat.

Una volta raggiunti grado alcolico e tenore zuccherino ottimali, la fermentazione viene bloccata per mezzo della refrigerazione e dopo una breve pausa, lo spumante è pronto per l’imbottigliamento.

Nel bicchiere si presenta di un color giallo paglierino con un evidente perlage, fine e persistente. Profumato ed equilibrato. Fiori bianchi, d’acacia e di glicine. Particolarmente fruttato. Macedonia, mela golden, frutta esotica con una punta agrumata. Secco, assolutamente fresco e morbido con le bollicine che avvolgono il palato. Gradazione 11,5%.

Di pronta beva a 6°-8°C, come aperitivo con salumi mediamente stagionati e formaggi freschi. Sushi e Sashimi o pesce moderatamente marinato. Filetto di pesce persico lacustre impanato o “alla mugnaia”, piuttosto che lavarello o coregone alla griglia. Spaghetti con le vongole, insalata di mare tiepida, frittura di pesce e verdure oppure cotolette impanate di carni bianche e scaloppe, con le stesse carni, al pomodoro o prezzemolo e limone.

Può essere bevuto come vino da dessert con della pasticceria secca.

E come sempre,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purché sia buono, bianco, rosso e verde!!

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