IN CANTINA

SPUMANTIVENETO

Cuvée Augusto, Monti Lessini Durello, Riserva Dosaggio zero, Cantina Villa Giacobbe, Roncà (Vr)

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Tra le province di Verona, Vicenza e di Trento c’è la Lessinia o Monti Lessini, un altopiano che si sviluppa per lo più nel veronese e che per il paesaggio, la flora e la fauna, nonché l’aspetto culturale e turistico, rappresenta un Parco naturale regionale di notevole interesse, tanto da essere inserito nel Registro Nazionale dei Paesaggi storico rurali.

Il nome Lessinia sembra abbia un particolare significato, cioè “terra usata e preparata per i pascoli”, così si riscontra sia nei documenti d’epoca veneti che nella realtà, in quanto questo è un territorio ricco di vallate ed alti pascoli che scendono verso la pianura veneta e la città di Verona.

In effetti, attraversando ancora oggi questa zona, molte sono le aziende agricole ad indirizzo zootecnico, dove si coltivano erbai e cereali da foraggio per l’allevamento del bestiame e dove troviamo piccoli caseifici per la produzione di burro e formaggi d’alpe.

Numerosi sono i monumenti ed i luoghi d’interesse culturale che qui troviamo, segni evidenti delle varie civiltà che nei secoli si sono insediate.

Da un’antica leggenda, alla Lessinia è legato il sommo Poeta Dante Alighieri, il quale durante la sua permanenza a Verona ospite degli Scaligeri, visitò alcuni luoghi caratteristici di questi monti, che pare lo abbiano ispirato nella descrizione dell’Inferno e del Purgatorio.

Tralasciando la storia e le leggende, questo territorio dal punto di vista economico è sempre stato legato a due attività, l’allevamento del bestiame con la relativa produzione dei suoi pregiati prodotti caseari, nonché all’estrazione del caratteristico marmo rosso dai monti circostanti.

Però dalla fine del secolo scorso si è sviluppato un altro settore strettamente legato al territorio, quello vitivinicolo.

In particolare, dal 2021 all’interno della consolidata DOC Monti Lessini Durello, costituita con successo da prima, si disciplina il vino prodotto con il Metodo Classico.

Tale tipologia si è sviluppata con successo in un’area compresa nelle province di Verona e Vicenza, con 400 ettari di vigneti che raggiungono un’altezza di poco superiore ai 500 mt s.l.m., coltivati da circa 40 vignaioli locali.

La nuova DOC comprende due vini, il Durello Spumante e la sua Riserva, ottenuti entrambi vinificando con il metodo classico le uve di un vitigno storico autoctono, la Durella, che deve risultare presente all’85% e dove il rimanente 15%, deve essere composto da Pinot nero e/o bianco, Chardonnay e Garganega.

Lo Spumante Riserva subisce una rifermentazione di almeno 36 mesi dopo la fase di tiraggio, ma con la possibilità di raggiungere anche i 60 mesi.

Il termine Durella deriva dalle caratteristiche del vitigno: varietà vigorosa e alquanto resistente che si sviluppa in condizioni pedo-climatiche difficili, con la particolarità di avere gli acini con una buccia spessa e dura e dal sapore alquanto acidulo e tannico.

Infatti, dalla documentazione veronese del 1200, risulta che il vitigno venisse chiamato “Durasena” dal latino “Durus Acinus”, proprio per lo spessore della buccia degli acini; dal 1700 si spinse anche nel vicentino, costituendo una piccola area ancora attuale.

Tra vitigno e territorio c’è un forte legame: il risultato è un eccellente vino che pochi conoscono e che deve essere ancor più valorizzato.

Il suolo di origine vulcanica, è difficile da lavorare, ha una notevole quantità di basalto (lava solidificata) e di sali minerali, che determinano mineralità, sapidità nonché una buona acidità;

tutto ciò risulta determinante per un vino bianco di ottima struttura, di grande longevità e adatto alla spumantizzazione.

Infine, favorevole è il clima, perché alcuni fattori come la ventilazione, le escursioni termiche il grado d’insolazione, etc.., sono particolarmente idonei alla vitivinicoltura d’eccellenza.

Per anni era considerato un semplicissimo vino da tavola per il consumo familiare, oppure in alcuni casi, come vino da taglio viste le sue caratteristiche, ma recentemente l’ingegno e la passione di alcuni vignaioli veneti hanno portato a creare dei vini che risultano l’emblema di un’uva e del suo territorio di produzione.

Tra questi produttori senz’alto c’è la Tenuta Corte Giacobbe della famiglia Del Cero, che dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi, a Roncà in provincia di Verona, coltiva la Durella e la vinifica.

Da una vigna ottenuta da un terreno boscoso e di origine vulcanica, dissodato con fatica dal fondatore, si è passati recentemente ad un’azienda con vigneti non solo nella vicina Valpolicella ma anche in Toscana, con l’impegno di mantenere la tradizione enologica familiare, di rispettare l’ambiente e produrre vini di grande qualità, legati al territorio d’origine.

La bottiglia che scegliamo, anche perché premiata quest’anno dal Gambero Rosso, è la Cuvée Augusto (dal nome del fondatore) 2014, Lessini Durello DOC, Riserva Dosaggio Zero, una Durella in purezza vinificata con il metodo classico.

Le vigne sono ubicate a 400 mt di altitudine e vengono vendemmiate manualmente da Settembre a Ottobre. Dopo ulteriore e accurata selezione, le uve intere vanno alla pressatura ed i mosti ottenuti, vengono selezionati e messi in botti di rovere austriaco e barrique francesi a temperatura controllata.

Tutto ciò avviene per alcuni mesi fino alla Primavera successiva, quando viene aggiunta una certa quantità di “vino di riserva” e si procede con il tiraggio per la seconda fermentazione che avviene in bottiglia.

L’affinamento ha una durata minima di 50 mesi, ma tale periodo può risultare più esteso; prima della vendita il vino riposa in bottiglia per altri sei mesi.

Di colore giallo paglierino molto carico con una bella corona ed un fine perlage. Fruttato e floreale. La frutta a polpa bianca, i frutti esotici con delle sfumature agrumate. Erbe aromatiche e di bosco con un gusto piacevole di lievito tostato. Fresco, avvolgente e ben strutturato; mineralità e sapidità importanti. Equilibrato e dal gran finale. Gradazione 12,5°C.

Di pronta beva ma di grande evoluzione con il tempo. La temperatura di servizio è di 8-10°C e va a tutto pasto. Antipasti, primi e secondi di pesce: crostacei e tartare, risotti ai frutti di mare e spigole al forno o tranci di tonno e di spada alla griglia. Un ottimo compagno di tavola per i piatti tradizionali a base di baccalà.

Non volete il pesce, allora formaggi e salumi, dove non possono mancare, soppressa veneta, mortadella e pancetta coppata, formaggio Monte Veronese e Asiago. Paste ripiene al burro e salvia e arrosti di carni bianche con patate e polenta.

E come sempre,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

 

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