IN CANTINA

ROSSIVENETO

Carminium 2016, Cantina Inama, S.Bonifacio (VR)

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Nella regione Veneto, troviamo una delle zone a grande vocazione vitivinicola dal nome Colli Berici, situata a sud nella provincia di Vicenza.

Da queste parti il vino è tradizione, perché le condizioni climatiche e del suolo consentono da sempre la coltivazione della vite.

Dal punto di vista geologico, questo territorio risulta pedo collinare, con altitudini che non superano i 300-400 mt. s.l.m. I terreni sono di origine vulcanica, rocciosi e calcarei, con ampie spaccature che favoriscono il drenaggio e che originano qua e là anche delle grotte, ricordando le zone carsiche del vicino Friuli.

Ancora oggi, tra i vignaioli locali, c’è chi di queste grotte ne fa delle cantine, per mantenere i vini a temperatura costante durante le fasi di affinamento e/o invecchiamento.

Il clima è propizio, con temperature miti in diversi mesi dell’anno. La ventilazione è ottimale, a difesa delle gelate tardive e dall’eccessiva umidità, nonché la buona escursione termica, tutti fattori questi, ideali per ottenere uve bianche e rosse di pregevole qualità, che caratterizzeranno vini bianchi di grande eleganza e rossi di ottima struttura.

Naturalmente anche qui come in altre zone della nostra bella Italia, i Romani dell’Impero ebbero un ruolo significativo per la diffusione della coltivazione della vite ma la sua espansione, si verificò alla fine delle invasioni barbariche. Infatti, dopo il 1000, i feudatari e l’alto prelato veneto non solo obbligarono i loro contadini a coltivare la vite ma stabilirono pure tutto ciò che era inerente alla sua coltivazione.

Qualche secolo dopo, durante la dominazione della Repubblica Veneta, i nobili aristocratici veneziani, costruirono splendide ville con annesse cantine di notevoli dimensioni, a dimostrazione dell’importanza economica della vitivinicoltura.

In seguito, nell’800, durante il Regno Lombardo-Veneto, i vini prodotti nelle regioni occupate, pertanto compresi anche quelli dei Colli Berici, furono dagli austriaci alquanto apprezzati e consumati, tanto che li diffusero all’interno del loro Impero.

Infine, da ricordare che uno dei primi Cabernet Franc ad ottenere la DOC, venne coltivato e vinificato nei Colli Berici. Pertanto, da queste parti il vino è veramente una tradizione!

Tra i vitigni autoctoni a bacca nera presenti nei Colli Berici, c’è senz’altro il Carmenere, una varietà poco conosciuta ma che in questo territorio ha trovato il suo ambiente ideale, tanto da raggiungere una superfice vitata alquanto ampia e produrre eccellenti vini; il vigneto italiano più esteso con quest’uva, si trova proprio in questo territorio.

Il Carmenere deriva dalla “Vitis Biturica” di origine dalmata e albanese, la quale grazie ai Romani fu portata in Francia dove nei secoli successivi ebbe una forte espansione, tanto da risultare probabilmente la progenitrice di tutti i vitigni Bordolesi.

A dimostrazione delle origini comuni di tali vitigni, il Carmenere venne spesso confuso con il Cabernet Franc e con il Merlot. Recentemente però, grazie alle analisi sul DNA, si è avuto la prova certa che ci sono differenze significative tra questi vitigni e che si tratta di tre uve differenti.

Il suo nome sembra legato al termine carminio, per il colore rosso intenso, porpora, delle foglie in autunno e del vino ottenuto.
Era una delle varietà più coltivate nella zona di Bordeaux, soprattutto come vitigno da inserire negli uvaggi per la capacità di trasferire nei vini colore e profumi; purtroppo per la sua lenta maturazione e le basse rese, fu negli anni abbandonato.

La ripresa ci fu dopo la metà dell’800 ma non in Francia, bensì nell’America del Sud, in particolare nella Cordigliera delle Ande ed in Cile nelle zone adiacenti a Santiago, dove divenne l’uva simbolo di questo paese.

I motivi della diffusione sono legati principalmente a due fattori: la migrazione del popolo francese in questa parte del mondo e soprattutto per la completa assenza della Fillossera in quest’area.

I Cileni convinti inizialmente di produrre Merlot, verso il 1970 scoprirono in realtà di coltivare il Carmenere e da allora ad oggi, il Cile risulta il paese d’elezione ed il maggior produttore mondiale di questo vino.

Ma torniamo a noi, nel Veneto ed in particolare a San Bonifacio (VR), nella Cantina Inama con i suoi vigneti distribuiti tra le colline di Soave e sui Colli Berici.

La conduzione in quest’azienda è famigliare e di esperienza trentennale, basata sul principio di produrre grandi vini, derivanti da uve autoctone e internazionali, sapientemente lavorate, nel pieno rispetto dell’ambiente e capaci di valorizzare le zone di produzione, tali da essere, evidenti espressioni territoriali.

Il “Carminium 2016” è un Carmenere in purezza, ottenuto da uve provenienti da un vigneto ubicato in una particolare zona, con piante di una quindicina d’anni. La vendemmia nel mese di Ottobre è manuale e selettiva, con gli acini a giusta maturazione. Fermentazione e macerazione sulle bucce per 12 giorni in tini verticali e poi il vino matura per 12 mesi in barrique, ma così suddiviso: il 20% in quelle nuove ed il rimanente 80 in barrique usate, questo per avere un singolare profilo aromatico.

Nel bicchiere si presenta di un bel colore rosso intenso, con dei riflessi violacei. Naso e bocca in sintonia.

Frutta a bacca scura, prugna disidratata e ciliegia sotto spirito. Piacevolmente speziato, gradevoli erbe aromatiche e accompagnato da un leggero gusto di vaniglia. Intenso e avvolgente ma fresco, con un tannino morbido, ed un finale ricco e persistente. La gradazione alcolica è di 14 %.

Una particolarità. L’etichetta di questa bottiglia riporta l’immagine di una pianta, un vecchio gelso con le foglie rosse, come le foglie delle viti in autunno; questa pianta si trova al centro del vigneto in località Oratorio San Lorenzo, dal quale si produce questo vino.

Due o tre anni in cantina lo si può tenere ma è pronto da bere subito, con l’accortezza di aprirlo almeno 15-30 minuti prima di berlo.

L’abbinamento è con piatti a base di carne. Cannelloni al ragù, o pasta con salmì di selvaggina, tortelli di carne o al brasato. Grigliata mista di carne, arrosto di vitello ripieno o di manzo con pere e prugne, arista di maiale al forno, ma lo si può anche abbinare a formaggi e salumi, purché mediamente stagionati.

E come sempre,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

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