IN CANTINA

BIANCHIPASSITITRENTINO A. ADIGE

Arèle, Vino Santo 2007 Trentino DOC, Az. Agricola Pravis, Lasino (Tn)

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Dopo il secondo ed ultimo conflitto mondiale, il settore vitivinicolo del Trentino subì un notevole cambiamento.

Grazie all’attività delle istituzioni agricole provinciali e regionali, vennero realizzate delle politiche mirate, con l’obiettivo di modificare gli aspetti di maggiormente critici e programmare un processo espansionistico del settore.

Nei territori a forte vocazione viticola, per assicurare una produzione qualitativamente migliore, furono reimpiantati nuovi vigneti con nuove varietà, più adatte al territorio e più produttive, oppure vennero valorizzati, intensificandone la coltivazione, i vitigni autoctoni della regione.

Una di queste zone che da sempre ha avuto un valore enologico significativo è la Valla dei Laghi.

Sono una decina di laghetti di origine alpina, distribuiti in una zona che si sviluppa tra Trento e Riva del Garda, circondata dai monti e che presenta un paesaggio suggestivo con piccoli borghi e castelli medievali, con la flora alpina che si mescola a quella mediterranea.

E tra questa, non poteva mancare naturalmente la vite, ed in particolare la più antica varietà a bacca bianca del Trentino, l’uva Nosiola.

Quest’uva, presenta una peculiarità, diciamo letteraria, perché cambiando l’articolo davanti al nome, cambia il vino.

Infatti, sulle colline intorno a Lavis, nelle Valli di Cembra e Vallagarina, troviamo “il Nosiola” vitigno tipico che dà origine ad un vino bianco secco dalle caratteristiche completamente diverse dal Vino Santo Trentino della Valle dei laghi ottenuto da “la Nosiola”.

Ciò naturalmente ha creato fra i due territori una simpatica diatriba, ancora attuale e irrisolta, relativa alla paternità di questo vitigno.

Il nome deriva probabilmente dalle nocciole, “nosele” in dialetto trentino, sia per la nota olfattiva che per la croccantezza ed il colore giallo carico degli acini giunti a maturazione, tutti elementi che richiamano proprio tale frutto.

Invece il termine Vin Santo, dipende dal periodo della spremitura delle uve, le quali dopo alcuni mesi di appassimento sotto l’azione delle muffe nobili, vengono spremute durante la Settimana Santa.

L’uva Nosiola, per un certo periodo di tempo fu abbandonata ma fortunatamente da alcuni anni, in entrambi i territori troviamo vignaioli che con grande impegno e passione, hanno ripreso a vinificarla, producendo ottimi vini dai caratteri autentici, a prescindere dalle differenti tipologie.

A Lasino nella Valle dei laghi, tra le Dolomiti del Brenta ed il lago di Garda, da oltre 40 anni nella cantina Pravis si coltiva la vite, con una particolare attenzione alle uve autoctone locali, per mantenere stretto il legame con la cultura contadina del Trentino.

Per ogni vitigno, viene scelto un particolare appezzamento così da mantenere forte quel vincolo importante fra la vite ed il terreno, nel pieno rispetto del territorio, applicando moderne tecnologie ma senza escludere le conoscenze del tempo passato.

Tra le varietà trentine allevate e vinificate con sapienza e di conseguenza valorizzate, c’è senz’altro la Nosiola che dà origine al Vino Santo, un’eccellenza di tutto il panorama enologico della regione trentina. L’etichetta è Aréle in relazione agli appositi graticci, le “aréle” che vengono utilizzate per l’appassimento delle uve dopo la raccolta.

Infatti, queste dopo un’accurata e selettiva vendemmia manuale vengono portate in locali appositi e messe su tali graticci per affrontare la successiva fase fermentativa che dura alcuni mesi, fondamentale per l’ottima riuscita del prodotto finale.

Una volta raggiunto il grado zuccherino ottimale, avviene la spremitura ed il vino ottenuto viene messo in barriques di rovere per un periodo di circa 6 anni. Di seguito, l’imbottigliamento e l’affinamento conclusivo per alcuni mesi.

Pur essendo prodotto in una zona tipicamente alpina, l’Aréle è un vino dal carattere mediterraneo, dalle caratteristiche tipiche dei grandi moscati o passiti di altri territori italiani ben lontani e diversi da quello trentino, dove i fattori ambientali hanno un ruolo significativo e pertanto, è un vino di grande interesse, originale e assolutamente degno di nota.

Nel bicchiere si presenta di un colore giallo oro carico e leggermente ambrato. I sentori vanno dalle confetture, al caramello ed ai fichi secchi. In bocca risulta morbido e avvolgente, fresco e sapido con una piacevole dolcezza da non risultare stucchevole e con un finale lungo e persistente. Gradazione 12°C.

Da bere subito ma è possibile tenerlo in cantina anche per un lungo periodo. E’ un grande vino da dessert, con dei dolci di pasta frolla, o pasta di mandorle, crostate e perché no, con i dolci delle Festività Sante. Ma lo si può senz’altro bere a fine pasto in buona compagnia come vino da meditazione .

E come sempre,

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

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