IN CANTINA

BIANCHIVENETO

Amedeo, Bianco di Custoza DOC, Cantina Cavalchina, Custoza (Vr)

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Custoza, in provincia di Verona come altri piccoli comuni della zona, hanno ricorrenti due elementi: la storia ed il vino.

In effetti, il centro abitato veronese è una località storica famosa, perché in poco meno di vent’anni durante il nostro Risorgimento, fu teatro di due cruente battaglie fra gli eserciti italo-sabaudo e austriaco; per dovere di cronaca, gli esiti finali di questi scontri bellici furono sempre favorevoli agli Asburgo.

Edmondo De Amicis nel libro “Cuore” narrò le gesta di un bambino, il Tamburino sardo, che attraversando di corsa le colline di Custoza per consegnare un importante dispaccio al comando del nostro esercito, fu colpito da una pallottola austriaca e perse l’uso di una gamba.

Ancora oggi non è sicura la sua reale esistenza ma sul muro di cinta di una abitazione di campagna, anni fa fu posta una lapide in ricordo suo e di tanti altri giovani patrioti italiani colpiti in battaglia o perseguitati dalla polizia asburgica.

Il secondo elemento che li accomuna è rappresentato dalla vitivinicoltura.

Infatti, Custoza è rinomata anche per il suo vino bianco DOC, prodotto nel veronese, in un territorio poco esteso, che comprende nove comuni e che si sviluppa nella zona meridionale delle colline moreniche tra Verona ed il lago di Garda.

Il territorio si distingue per la presenza di basse colline che non superano i 100 mt o poco più s.l.m. e dalla prossimità del grande bacino del Garda, due fattori determinanti il clima della zona, caratterizzato da un’estate calda ma non particolarmente afosa, un inverno dalle temperature poco rigide e da una favorevole ventilazione notturna; condizioni che creano quel profilo aromatico tipico dei vitigni a bacca bianca qui coltivati.

La tipologia del suolo è diversificata perché l’intera area è diversa: dalle colline moreniche, alle piane tra quest’ultime, fino ai bassi rilievi circostanti i fiumi Mincio e Adige.

Mediamente sono suoli ricchi di scheletro, con sabbia e ghiaie più o meno fini e, a seconda delle zone, con depositi calcarei, limosi o d’argilla; terre da sempre adatte alla coltivazione della vite e capaci di trasferire ai vini quella mineralità e sapidità caratteristiche.

Qui la coltivazione della vite è molto antica, fin dai tempi dei romani e successivamente durante il Medioevo, ma avvicinandoci ai tempi nostri, nei primi mesi del 1971 per tradizione e prestigio, venne costituita la DOC di Custoza e l’anno successivo il relativo Consorzio di Tutela.

Il vino è un bianco che non si origina dalle uve di un singolo vitigno ma è un complesso uvaggio ben costituito e composto quasi esclusivamente da vitigni nazionali, con le seguenti percentuali:

Garganega (20-40%), Trebbiano (10-45%), Trebbianello o “Tai” o Friulano veneto (5-30%), Bianca Fernanda o Cortese (0-30%); sono contemplati anche Malvasia, Riesling Italico, Pinot bianco, Incrocio Manzoni (Pinot b. su Riesling) e Chardonnay.

I primi 4 vitigni sono conosciuti ed ognuno di questi danno elementi sensoriali e strutturali propri che nell’insieme risultano complementari, creando un’identità ben costruita.

Infatti, la Garganega, storico vitigno veronese, apporta il delicato colore giallo paglierino ed un bouquet delicato, fruttato e aromatico; il Trebbiano, diffusissimo sul territorio nazionale, dall’importante resistenza al freddo e dalla notevole vigoria, dona corpo e struttura.

Il Trebbianello di grande tradizione friulana trasferisce la sua finezza ed i suoi sentori floreali, mentre la Bianca Fernanda, varietà piemontese forte e vigorosa, esprimendosi al meglio su terreni collinari assolati, concede un’intensità sensoriale aromatica piacevolissima.

La DOC prevede alcune tipologie, quali, secco, superiore, riserva, spumante e passito, con differenze che dipendono dal periodo di vendemmia, dalla resa massima dell’uva, dall’eventuale invecchiamento nonché, dal metodo di vinificazione.

Tra le cantine presenti in zona, scegliamo una tra le più antiche e rinomate, la “Cavalchina” il cui nome deriva dagli antichi e nobili proprietari, i conti Cavalchini.

È un’azienda storica, perché fu fondata agli inizi del ‘900 e gestita da un’unica famiglia, dove alcuni suoi vigneti attualmente in produzione, erano già classificati nel catasto asburgico fin dalla metà del 1800.

Inoltre, nel 1962 il fondatore ebbe l’idea di chiamare un suo vino bianco, ottenuto dall’insieme di alcuni vitigni locali, con il nome attuale di Custoza, un vino che ai tempi ebbe un riscontro notevole a livello nazionale, tanto da imporsi in alcuni importanti mercati; da allora la relativa denominazione, il crescente successo tra i consumatori ed i continui riconoscimenti degli esperti.

Oggi gli attuali proprietari, nipoti del fondatore, rivestono un ruolo importante all’interno del Consorzio di Tutela del Custoza, a dimostrazione del grande legame verso il territorio e verso il vino in esso prodotto, mantenendo così la storica tradizione familiare e quella di una zona ad elevato valore vitivinicolo.

“Amedeo” è un bianco di Custoza DOC Superiore, dalla classica composizione di uve, come in precedenza riportato, un vino di eccellente qualità e molto apprezzato, tanto da aver ottenuto regolarmente in questi anni numerosi riconoscimenti dalle Guide nazionali.

Il nome deriva da un fatto storico realmente accaduto nella seconda battaglia di Custoza, durante la quale in uno scontro a fuoco, il Principe Amedeo di Savoia fu ferito in uno dei vigneti dell’attuale azienda; in memoria venne posta una statua e questo vino divenne il simbolo della cantina.

Le uve vengono selezionate e vendemmiate a mano dal mese di settembre ma essendo di varietà diverse con maturazioni proprie, avranno epoche di raccolta differenti, come diversi, risulteranno i metodi di vinificazione.

Infatti, Trebbiano e Trebbianello subiscono un affinamento in barrique, la Garganega in botti di rovere e la Bianca Fernanda in acciaio; il risultato, un uvaggio eterogeneo ma equilibrato e capace di un’interessante evoluzione negli anni.

I mosti ottenuti dopo chiarificazione per decantazione statica e movimentazione delicata delle fecce fini, vanno in fermentazione a temperatura controllata (16°C).

A fine maggio dato che la cuvée è pronta, avviene l’imbottigliamento ed il vino dopo la sosta estiva in vetro, da settembre verrà commercializzato.

Il colore è giallo dorato con sfumature più cariche e tendenti al verde. Fruttato e floreale. Frutta a polpa bianca, pera, ananas, banana e con accenni di agrumi. Fiori d’acacia, sambuco e biancospino.

Fresco, asciutto, delicatamente aromatico, sapido e minerale, equilibrato e beverino. Gradazione 12°C.

Di pronta beva, ma 2-3 anni ben tenuto ha una buona evoluzione.

Ottimo vino da aperitivo, con salumi e latticini freschi, accompagnati da una delicata giardiniera.

Ma è da tutto pasto, dagli antipasti di mare tiepidi e tartare, al risotto ai frutti di mare, o con gamberi e zucchine, oppure ai tagliolini alle vongole ed alla zuppa di pesce in bianco. Pesci al vapore, al cartoccio ed alla griglia e pure pesce di lago.

Non piace il pesce? Pasta al pomodoro con aromi del Mediterraneo, Tortelli di magro al burro e salvia, risotti agli asparagi o zucchine o trevisano e scaloppine di carni bianche.

E naturalmente

…mezzo vuoto o mezzo pieno?

Purché sia buono, bianco, rosso e verde!

 

 

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