Attraversando quasi tutto il territorio ligure, raggiungiamo l’estremità occidentale della Riviera di Ponente, in provincia di Imperia, a pochi chilometri dal confine francese.
In questa regione allevare la vite e produrre vino, risulta molto impegnativo e da queste parti, ancor di più!
Piccole cantine localizzate in zone impervie e di difficile accesso, appezzamenti molto ridotti, produzioni di ottima qualità ma limitate nella quantità.
Aziende dalla relativa redditività, con l’obiettivo principale di valorizzare al massimo sia il territorio che i vitigni locali e con un’attività promozionale e commerciale quasi esclusivamente locale.
In Liguria le varietà a bacca bianca (65%) sono distribuite per buona parte della regione, mentre le altre a bacca nera (35%) sono diffuse soprattutto nell’area occidentale.
Una di queste è senz’altro il Rossese, un vitigno tipico del Ponente ligure, proveniente dalla vicina Francia, probabilmente giunto nel porto di Marsiglia dal Mediterraneo centro-meridionale grazie al commercio marittimo.
Questo vitigno a bacca nera si è diffuso in riviera già verso la fine del 1500, si è affermato nel XIX secolo, acquisendo sempre più spazio e dopo gli anni ’70 avendo un certo riscontro produttivo, è stato regolamentato da due DOC, la Riviera Ligure di Ponente e quella di Dolceacqua, un comune ligure.
Da alcuni documenti storici risulta che Napoleone, attraversando queste terre, ebbe l’opportunità alla tavola dei nobili Doria di bere tale vino e rimanendone compiaciuto, ne richiese per suo consumo personale una discreta quantità che venne spedita nelle cantine della reggia imperiale a Parigi..
Il suo nome è di duplice derivazione, da “roccese”, perché pianta capace di crescere sui terreni di natura rocciosa, oppure per il colore rosso degli acini all’invaiatura.
Recenti studi del CNR di Torino, hanno dimostrato che il Rossese ed il francese Tibouren, varietà tipica provenzale, sono geneticamente identici, giustificando così la provenienza dalla vicina Francia del nostro vitigno.
E’ una varietà molto fragile, a maturazione tardiva, dalle basse rese, allevata spesso ancora ad alberello, di difficile gestione per le estreme condizioni territoriali, con una forte insolazione, mitigata dalle brezze marine e dalle escursioni termiche giornaliere.
Da tutto ciò e dal faticoso lavoro del vignaiolo nasce un vino rosso di nicchia, ricco di elementi, chiara espressione di una viticoltura estrema, ”eroica” e del proprio territorio di appartenenza, il Ponente ligure.
Nell’entroterra di Albenga, in provincia di Imperia, c’è Ranzo, un piccolo comune dove la risorsa economica principale è rappresentata dall’attività agricola, in particolare viticoltura e olivicoltura.
I vigneti sono esposti adeguatamente nei tipici terrazzamenti, ad un’altezza compresa tra i 200 e 400 mt s.l.m., sfruttando così il microclima tipico dell’entroterra ligure, capace di trasferire nei vini quei sentori che il territorio ha di suo.
Numerose sono le cantine e tra queste spicca senz’altro quella di Massimo Alessandri che nonostante la breve esperienza enologica (l’azienda infatti è nata nel 1996) ha saputo negli anni ritagliarsi uno spazio importante ed imporsi nel panorama enologico sia ligure che nazionale con vini molto interessanti.
Il Rossese “Costa de Vigne” (il nome deriva da una precisa località, all’interno dell’azienda, con terreno e microclima specifico) è uno di questi.
E’ un vino rosso prodotto in purezza, vendemmiato a mano verso la fine di Settembre, su piante giovani e con le uve a completa maturazione.
Diraspatura e successiva soffice pressatura.
Macerazione pellicolare a freddo 8°C e successiva fermentazione per 12-20 giorni, a temperatura controllata in tini d’acciaio; fermentazione malo lattica svolta in parte.
Dodici mesi di serbatoio d’acciaio con illimpidimento naturale finale.
Imbottigliamento, dove il vino rimane per 8 mesi per l’affinamento finale.
Si presenta di colore rosso rubino chiaro. Un profumo intenso, floreale e fruttato, la rosa fresca ed piccoli frutti rossi come fragole e lamponi; profumo di flora mediterranea secca, minerale e piacevolmente speziato.
Mediamente complesso, di corpo, caldo, morbido e sapido; giustamente tannico, equilibrato, fine e di buona persistenza. Gradazione alcolica 14,5%
Da bere subito o al massimo dopo 2 – 3 anni in cantina, poiché più a lungo, cambierebbero le sue note di degustazione.
16°-18°C la temperatura di servizio e poi in compagnia con trenette al pesto, “pansoti”, cannelloni o la “cima genovese”. Ma si può abbinare con altri piatti della cucina italiana quali salumi, pasta al ragù, arrosti di carni bianche al forno oppure stufate e carni bollite.
E come sempre
… mezzo vuoto o mezzo pieno??
Purché sia buono, bianco, rosso e verde!!