Eroica.
Con tale termine non voglio ricordare la manifestazione cicloturistica che rievoca un ciclismo d’altri tempi, ma bensì la viticoltura ligure, definita tale, da taluni esperti.
Entrambe comunque hanno alla base la grande passione, la fatica e l’impegno per raggiungere un traguardo, spesso in condizioni ambientali molto difficili.
Provate a pensare alla Liguria, caratterizzata da un profilo orografico particolare e suggestivo, che ha influenzato le coltivazioni agricole ed in particolare la vitivinicoltura.
Spesso i vigneti sono coltivati in terreni poco accessibili, a totale lavorazione manuale, con produzioni limitate e che necessitano di tanto sforzo e dedizione, ma che alla fine danno vini tipici e di personalità.
Però ci sono zone dove la coltivazione della vite ed il territorio, essendo questo meno impervio, sono in grande “sintonia”.
Una di queste è la Colli di Luni, un territorio suddiviso tra la zona estrema della Riviera di Levante e quella settentrionale della Toscana.
Le vigne occupano la maggior parte della pianura e dei bassi colli, su terreni di tessitura grossolana, ricchi di detriti, e di natura argillosa, calcarea o limosa.
Inoltre, esse sono favorevolmente avvolte da un microclima particolare, condizionato dal mare con le sue fresche correnti e dall’azione protettrice e termica delle Alpi Apuane.
Qui anticamente, le legioni imperiali romane sconfissero le popolazioni locali dei Liguri Apuani e fondarono la città di Luni, in passato Lvnae, che divenne un centro marittimo tra i più potenti, famoso per la baia ed il grande porto.
Infatti, da esso salpavano le navi per il Mediterraneo trasportando il marmo apuano, il legname e le derrate alimentari, tra le quali il vino prodotto nel vicino entroterra.
Da allora in questa zona la vitivinicoltura ha sempre avuto un ruolo importante ed in questi ultimi anni i vini prodotti hanno raggiunto fama e prestigio in tutto il nostro paese e pure all’estero.
Naturalmente il riconoscimento del disciplinare DOC Colli di Luni raggiunto nel 1989, con tutte le sue annotazioni, ha contribuito ad innalzare il livello qualitativo di tali vini.
Uno dei vitigni tipici e più rappresentativi del territorio è senz’altro il Vermentino, un vitigno a bacca bianca dall’origine incerta.
Forse nativo dalla Spagna, oppure dal Portogallo, per una leggera affinità con la Malvasia di Madera, ma sicuramente dopo passò in Francia e da questa, da un lato raggiunse Corsica e Sardegna e dall’altro arrivò in Liguria.
Il nome deriva forse dal termine “vermena”che indica un ramoscello giovane sottile e flessibile.
Nel comune di Ortonovo in provincia di La Spezia, nelle vicinanze delle rovine archeologiche di Luni, sorge la Cantina Federici dal nome “La Baia del Sole”, una cantina locale storica.
Rispetto dell’ambiente con soluzioni agricole naturali, associate però all’innovazione, con attrezzature tecnologiche all’avanguardia, ma tutto indirizzato verso la produzione di vini liguri tipici.
Uno di questi è senz’altro il “Sarticola, un Vermentino in purezza, dal nome della località dove è situato il vigneto, a più di 300 mt.s.l.m., con viti di età media trentennale e che rappresenta un vero e proprio cru aziendale.
Generalmente a fine Settembre le uve vengono vendemmiate manualmente a maturazione fenolica, e dopo il loro arrivo in cantina, vengono trasferite in vasche d’acciaio, per subire prima una macerazione a freddo di 48 ore e di seguito una soffice pressatura, dalla quale si utilizza solo il mosto fiore.
Raffreddamento, decantazione e via alla fermentazione in serbatoi d’acciaio a temperatura di 16°C per quindici giorni.
Dai 60 ai 90 giorni sulle fecce fini e affinamento in acciaio fino a Primavera; segue l’imbottigliamento.
I locali dove avviene la vinificazione ed in particolare l’affinamento sono stati edificati, nonostante la breve distanza dal mare,quasi completamente sottoterra, grazie ad idonee soluzioni bioclimatiche; parametri atmosferici costanti e salvaguardia del contesto ambientale.
Di colore giallo paglierino intenso, con riflessi dorati.
Floreale con la camomilla e fruttato con pesca, banana e ananas maturo; erbaceo e balsamico con la menta e minerale alquanto. Intenso, fine, complesso e strutturato, nonché caldo, morbido, equilibrato, sapido e persistente. Gradazione 13,5%.
Di pronta beva ma può evolvere avendolo lasciato a riposo per 2-3 anni.
Temperatura di servizio 8°-10°C e poi in tavola con una focaccia ligure al formaggio, un piatto di trenette al pesto, dei “pansoti” con formaggio fuso e noci oppure una frittata con “gianchetti”.
Classici primi di mare, pesce al vapore, all’acqua pazza, grigliato, oppure un fritto misto.
Paste e risotti con le verdure e carni bianche in umido.
E come sempre
…mezzo vuoto o mezzo pieno??
Purché sia buono,bianco,rosso,verde!!