IN CANTINA

BIANCHIFRIULI V.G.

Ribolla Gialla di Oslavia, Collio DOC, Cantina Primosic, Oslavia (Go)

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Una delle usanze tipiche della tradizione popolare friulana è il “tajut”.

Durante l’ora dell’aperitivo nei bar e nelle osterie delle città e dei paesi, l’avventore di una certa età chiede ancora il “tajut” per ordinare un bicchiere di vino.

In realtà questa parola, dialettale e folcloristica, indica il “taglietto” cioè il segno che si trova sul bicchiere e che rappresenta la giusta quantità da versare.

E tra i vini che spesso vengono versati, c’è la Ribolla Gialla, un vino ottenuto con le uve dell’omonimo e rinomato vitigno del nostro Friuli.

Tale varietà a bacca bianca, è una delle più famose, tipica del Collio italiano e sloveno, originaria proprio di queste terre e così chiamata perché essendo ricca di acido malico, un tempo durante la fermentazione “ribolliva”;

oggi questo non si verifica più, perché il processo fermentativo si svolge a temperatura controllata.

Se per il nome c’è un’apparente somiglianza con l’uva greca Rebola, originaria dalla città di Cefalonia, geneticamente non esiste alcuna relazione varietale, come dimostrato dagli studi più recenti.

E’ sempre stato un vino molto diffuso, in quanto molto apprezzato, ed  è allegorico il caso del celebre Boccaccio, che in alcuni suoi scritti lo definiva “un peccato di gola”.

Con la Repubblica Serenissima ed il regno degli Asburgo, la Ribolla toccò momenti di splendore, mentre nel XIX secolo, l’epidemia della fillossera ne ridusse al minimo la superficie coltivata e di conseguenza, produzione e consumo.

Da alcuni anni è stata inserita in due DOC regionali, Collio Goriziano e Colli Orientali del Friuli e dal 2000 si è avuto il grande rilancio, anche per l’ottima versatilità in termini di vinificazione.

Infatti, si va dalle tipologie più giovani, fresche e beverine, affinate solo in acciaio, a quelle dove le uve hanno una maturazione in vigna appena più prolungata ed un affinamento anche in barrique, così da essere più intense e complesse.

Troviamo gli “Orange”, prodotti da poche cantine e caratterizzati  dalle lunghe macerazioni (i piccoli acini  dalla buccia spessa le consentono) oppure, le versioni spumantizzate con Metodo Classico o Martinotti-Charmat, dove le vendemmie precoci determinano una grande acidità , essenziale per queste vinificazioni.

Questo vitigno viene allevato in diverse zone della regione ma sulle colline del Collio da il meglio di se stesso.

Molte sono le cantine che allevano e vinificano con successo la Ribolla e tra queste ne troviamo una storica, quella di un famoso vignaiuolo, Primosic.

Da queste parti, parlare di Primosic vuol dire raccontare una piccola parte della storia e della tradizione del Collio.

Infatti dalla fine dell’800, questa cantina riforniva il vino ai commercianti che lo trasportavano in grosse botti di legno a Vienna, dove poi veniva consegnato alle osterie oppure nelle cantine delle famiglie nobiliari. Ci troviamo ad Oslavia, teatro di una cruenta battaglia nel pieno della Grande Guerra Bianca e ciò determinò, come in altre zone di questo territorio friulano, la distruzione delle vigne e quindi l’assenza dell’attività vitivinicola.

I primi segnali della ripresa avvennero verso la fine degli anni ’50, ed in particolare nel 1964 ,quando in questa cantina si effettuò la prima vendemmia imbottigliata.

Dopo alcuni anni nasce il  Consorzio di Tutela per i vini del Collio, del quale Primosic è grande sostenitore nonché uno dei principali fondatori;  non è un caso che la bottiglia “numero 1” del consorzio sia stata la sua.

La filosofia di questo vignaiuolo friulano è valorizzare al massimo il territorio:

terreno, clima, vitigno, per lo più autoctono e la mano dell’uomo.

Il terreno è rappresentato dalla ponka che trasmette ai vini mineralità e sapidità.

Il clima è ideale per l’azione protettrice delle Alpi Giulie verso l’aria fredda e quella delle correnti marine, per ventilazione ed escursione termica.

Il vitigno è la Ribolla Gialla, capace di sfruttare al meglio tali condizioni pedoclimatiche.

“Chiude il cerchio” il vignaiuolo, che sviluppando una tecnica particolare, quella della macerazione per alcuni giorni del mosto con le proprie uve, crea dei vini bianchi dal profilo  complesso e con una persistenza aromatica molto intensa.

Esempio di tale tecnica è la Ribolla Gialla di Oslavia.

Le uve vendemmiate leggermente sovra mature, vengono immediatamente diraspate.

Pressatura con gli acini ed il mosto ottenuto viene immesso in tini di legno aperti e sottoposto a follature; segue una macerazione sulle bucce per 24 giorni.

Separazione del vino dalle bucce, il quale per la fermentazione viene posto successivamente, sia in caratelli da 5-600 lt che in botti da 1500.

Affinamento a contatto con le fecce fini in botti di rovere per 24 mesi; imbottigliamento senza filtrazione.

Un colore giallo dorato intenso. Floreale e fruttato con frutta gialla matura e speziato delicatamente. Intenso, complesso, strutturato e caldo. Morbido, sapido e fresco; grandi finezza e persistenza.

Gradazione 13,5%.

E’ possibile tenerlo in cantina per alcuni anni ma se lo beviamo subito apriamolo un’ora prima e serviamolo a 10°-12°C.

Spaghetti allo scoglio, risotto o zuppa alla marinara. Pesce alla griglia o in umido. Risotto al radicchio e provola, parmigiana di melanzane, malfatti al burro e salvia e Parmigiano Reggiano ma anche carni bianche al forno e stufate. Formaggi e salumi di media stagionatura.

E come sempre:

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purché sia buono, bianco, rosso e verde!!

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