IN CANTINA

BIANCHITRENTINO A. ADIGE

Kreuth, Chardonnay Alto Adige DOC, Cantina Terlano, Terlano (Bz)

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E’ chiaro quanto siano importanti per l’Alto Adige, la vite ed il vino.

In questo territorio la storia della vitivinicoltura è segnata da alcuni momenti che ne hanno distinto il percorso.

Possiamo ricordare brevemente le popolazioni Retiche, discendenti dagli Etruschi, considerati i primi “vignaiuoli” di queste terre, utilizzatori delle primitive botti in legno.

Oppure gli ordini monastici che dopo le barbariche scorrerie, si apprestarono con grande “devozione” nei loro monasteri alla coltivazione della vite ed alla produzione del vino.

Nei secoli successivi, i vini altoatesini raggiunsero un grande successo e conseguentemente, elevata fu la richiesta, in particolare nel nord Europa, tanto che  per sopperire a questo, vennero introdotte provenienti da altri paesi dello stesso continente, nuove varietà come ad esempio, il Riesling renano, il Pinot nero e lo Chardonnay; fautore  di questo fenomeno fu l’arciduca Giovanni d’Austria.

Verso la fine del 1800 sorsero le prime cantine sociali che raccoglievano e vinificavano le uve di tanti piccoli produttori, dato che questi non avevano ne la forza ne le possibilità per produrre e vendere i loro vini;

infatti, tali realtà associative erano anche in grado di commercializzare su larga scala le produzioni vinicole.

L’Istituto di S.Michele all’Adige, il Regio decreto sui vini tipici, il Centro altoatesino di consulenza per la frutti viticoltura e la DOC negli anni ’70, diedero la svolta definitiva, con norme innovative e severe che ridussero le produzioni elevate generate negli ultimi anni, a vantaggio della tipicità e della qualità dei vini.

Uno dei vitigni che è entrato in questo territorio e che ha preso “piede” in modo intensivo è senza dubbio lo Chardonnay.

E’ uno dei vitigni a bacca bianca definiti “internazionali”, perché coltivati in tutto il mondo, vinificato in purezza, assemblato ad altre varietà a bacca bianca sia nei vini fermi che spumantizzati oppure con il Pinot Nero nei Metodi Champenoise e Classico.

L’origine non è molto certa.

Da recenti analisi molecolari sembra derivi  dall’incrocio spontaneo avvenuto anticamente in Borgogna, tra Pinot nero e Gouais Blanc;  i monaci cistercensi  lo hanno coltivato e vinificato.

Invece per altri ha origini più profonde legate alle Guerra Santa. Il nome deriva da “Shahar Adonay”che in ebraico significa” Porta di Dio” corrispondente al nome del vino che si otteneva dalle vigne sulle colline attorno a Gerusalemme e che i Crociati apprezzavano molto, tanto che di ritorno dalla guerra, hanno portato le piantine nei loro paesi nativi in Europa.

Per anni da noi è stato confuso con il Pinot bianco e solo verso la fine degli anni ’70 c’è stata la distinzione, con il conseguente inserimento nel Registro Naz.le delle varietà di viti.

La prima regione ad ottenere la DOC, fu nel 1984 l’Alto Adige.

Nel lontano 1893, 24 piccoli viticoltori di Terlano decisero di riunire i propri sforzi e fondarono la cantina sociale; oggi sono più di 200 gli associati che coltivano 240 ettari di vigne, con grande predilezione verso i vini bianchi che coprono il 70% dell’intera produzione.

Siamo a metà strada tra Merano e Bolzano, dove l’alta valle dell’Adige si posiziona verso sud-est in direzione Trento, un territorio da sempre a vocazione agricola, caratterizzato da meleti e vigneti.

I primi disposti a fondo valle, mentre i  secondi tra i 250 ed 900 mt. s.l.m., correttamente esposti e suddivisi in piccole superfici (microparcellizazione), dove alle quote più elevate troviamo la maggior parte dei vitigni a bacca bianca.

Il clima è insolitamente mite, ventilato, giustamente piovoso e con forti escursioni termiche anche d’estate, ed il terreno è magro, argilloso, sabbioso, ricco di scheletro ad elevata percentuale di quarzo.

Tutto ciò porta ad una spiccata territorialità che determina quel carattere tipico e singolare di  questi vini bianchi.

Per ciascun vigneto è stato scelto il vitigno più adatto, con il risultato di ottenere un’eterogeneità di prodotto unica e di grande qualità, riconosciuta non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

Il Kreuth,uno chardonnay in purezza, è una delle massime espressioni dei grandi bianchi della cantina di Terlano, caratterizzato da una grande longevità.

La vendemmia delle uve viene effettuata a settembre, in modo accurato e selettivo.

La pigiatura è alquanto delicata e l’eliminazione delle fecce avviene per sedimentazione naturale.

Fermentazione in grandi botti di rovere a temperatura controllata e affinamento per  10 mesi sui lieviti, metà in acciaio e l’altra metà in botti di legno.

Si presenta giallo paglierino carico ma scintillante. Piuttosto complesso.

Prima un intenso profumo di  fiori di montagna ed erbe aromatiche, poi la frutta esotica, la pesca gialla, un sentore agrumato e delicatamente speziato.

Fresco, morbido quasi cremoso, una grande mineralità, di struttura, acidità bilanciata, di grande bevibilità, con un finale persistente. Gradazione 14°C.

Da bere subito ma soprattutto, dopo averlo fatto respirare per qualche minuto e con una temperatura di servizio di 12-14°C; può rimanere in cantina per più di 5 anni.

Da abbinare a diversi piatti di pesce,antipasti, zuppa, risotti oppure pesci alla griglia ed in umido.

Crespelle con radicchio e tomino, tagliolini con asparagi e crema di formaggio,dei canederli in brodo o asciutti  oppure con del vitello tonnato e delle scaloppine ai funghi.

E come sempre

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono,bianco,rosso e verde!!

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