IN CANTINA

BIANCHITRENTINO A. ADIGE

Nussbaumer, Gewurztraminer Alto Adige DOC, Cantina Tramin, Termeno (Bz)

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Per avere un’opinione certa sul valore della vitivinicoltura in Alto Adige, è opportuno percorrere la famosa Strada del Vino e raggiungere il comune di Caldaro, all’interno del quale è possibile visitare il Museo altoatesino del vino, nel suo genere, il più antico in Italia.

Qui viene rappresentato il cammino secolare della coltivazione della vite in questo territorio:

ampi locali dalle pregevoli volte dove sono riposti ordinatamente gli attrezzi agricoli usati in vigna, le botti ed i torchi impiegati  per la vinificazione, stampe e documenti di genere ed epoche diverse, nonché numerosi oggetti artigianali legati al mondo rurale.

Un esempio curioso ma di un certo reale significato, è la presenza in una teca di vetro, di un manichino rivestito con un costume tradizionale del luogo, confezionato in cuoio e tessuto, con un cappello di piume e pelliccia e con in mano una alabarda.

Il suo nome è “Saltner” o guardiano dei vigneti, riconosciuto nei secoli scorsi come pubblico ufficiale, avente la mansione di custodire le vigne per l’intera giornata, in particolare durante la maturazione dell’uva e prima della vendemmia; una figura che è rimasta presente fino agli anni ’50.

C’è un’antica e spaziosa cantina sotterranea dove ancora oggi vengono affinati ed invecchiati alcuni vini prodotti in zona, mentre all’aperto si può visitare un vigneto, coltivato a scopo didattico,che permette di  osservare i tipici sistemi locali di allevamento delle viti, dalle pergole alle diverse forme in spalliera, nonché le piante di antichi vitigni autoctoni, oggi non più impiegati.

Ma basta alzare gli occhi e osservare il panorama circostante per capire il ruolo della vite, perché tra le molte piantagioni di alberi da frutto, numerosissime sono le vigne, ben distribuite nel fondo valle piuttosto che lungo i versanti dei monti circostanti ad altitudini anche considerevoli.

Tutto ciò  non solo dimostra come questa attività agricola in Alto Adige sia da considerare tra le più antiche in Europa, ma evidenzia anche il peso economico che rivestono i vini altoatesini, anche a livello nazionale.

Pochi chilometri in direzione Bolzano e arriviamo a Termeno, una località che in questo contesto ha il suo valore, anche storico, perché uno dei primi vini ad assumere il nome dalla propria zona d’origine fu nel XIII secolo, il Traminer.

Questo, comunemente chiamato Gewurztraminer o Traminer aromatico, è un vitigno autoctono italiano, anche se anticamente il luogo nativo è il centro Europa.

Il nome è di derivazione  tedesca,  Tramin sta per Termeno, mentre Gewürz, significa aroma.

E’ una varietà a bacca rosa, alquanto aromatica ed è un simbolo dell’Alto Adige, in quanto le testimonianze relative alla sua presenza in quest’area sono datate già intorno al 1000 d.C., e le produzioni in termini di bottiglie sono sempre state elevate.

Era abbastanza diffuso nell’epoca antica ma poi con il trascorrere del tempo, perse la sua notorietà.

La sua ripresa avvenne dai primi anni del 1900  sia in Trentino A. A., in particolare  nella Bassa Atesina in provincia di Bolzano, sia sulle colline del Friuli V.G. ma visto il successo ottenuto, venne allevato con ottimi risultati ma con profili decisamente diversi, in Alsazia, nel Tirolo austriaco ed in alcune zone della Germania.

La cantina di Termeno/Tramin ha legato la sua popolarità a questa varietà, ben vinificata nelle sue apprezzate varianti.

Fondata 120 anni fa’ dal parroco delle cittadina e da pochi vignaiuoli, oggi è una cooperativa che può contare su 260 ettari vitati e più di 150 conferenti, dove il 25% dei vigneti coltivati, producono Traminer.

Sostenibilità ambientale, ampia varietà di terreni, microclima ottimale e tecnologie d’avanguardia sia in vigna che in cantina, portano ad una produzione ampia, eterogenea e di livello, che ha reso tale cantina una delle più famose in Italia ed oltre confine.

Nüssbaumer, per questa cantina è un eccellente Gewurztraminer , la massima espressione della versione secca, che prende il nome dal maso dove viene prodotto, uno dei più antichi di tutto Termeno.

Le vigne ben esposte, si estendono in media sui 400 mt.s.l.m., ai piedi di una catena montuosa.

La vendemmia manuale e accurata avviene nel mese di Ottobre.

L’uva viene pigiata, lasciata a contatto brevemente con il mosto e pressata delicatamente poco dopo.

Fermentazione lenta a temperatura controllata in contenitori d’acciaio, nei quali le fecce si depositano spontaneamente per sedimentazione.

L’affinamento, sempre in piccoli contenitori in acciaio, avviene fino alla fine di Agosto, dopo di che, imbottigliamento finale con il vino che rimane almeno per 3 mesi; complessivamente l’affinamento è superiore ai quattordici mesi.

Colore giallo paglierino luminoso e dorato. L’olfatto è prima floreale, con la rosa ed il giglio e poi fruttato, con il melone giallo e della frutta tropicale. Infine le spezie, come cannella, noce moscata e chiodi di garofano.

Fresco e sapido, pieno, intenso, aromatico e assolutamente persistente, dall’aspetto quasi oleoso nel bicchiere. Gradazione 15°C.

Per un bianco è una rarità, ma lo si può tenere ben conservato in cantina oltre cinque anni

Apriamolo un attimo prima e non serviamolo freddo, quindi a 10-12°C .

Abbinarlo con i diversi piatti di pesce è abbastanza facile, proviamolo come aperitivo con formaggi stagionati e speck. Un risotto allo zafferano, tagliolini con filetti di trota affumicata, tortelli di zucca con briciole di amaretto o un piatto di spatzli con pancetta e fonduta di formaggio d’alpe; un carrè di maiale con pere, prugne e uvetta glassate oppure tacchinella ripiena al forno con patate.

Per la cucina asiatica è il compagno ideale.

E come sempre

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco ,rosso e verde!!

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Il traminer aromatico è un vitigno fantastico, se coltivato a quote più alte offre una freschezza molto superiore.
    Data la sua morbidezza ed aromaticità, ritengo superfluo lasciare anche un residuo zuccherino, che a volte lo fa risultare stucchevole e poco abbinabile. Viva i traminer di alta quota.

    Rispondi
    • Questo vitigno, come del resto altri, dà vini che dipendono strettamente dalle condizioni ambientali di coltivazione e dal tipo di affinamento. Se questo risulta piuttosto lungo, può emergere quella sensazione che tu giustamente segnalavi.
      Io preferisco quelli giovani che risultano equilibrati nei loro parametri, in particolare la freschezza e l’aroma.
      Grazie Paolo per il commento.

      Rispondi

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