E siamo in Alto Adige, in particolare nella Valle Isarco, che si estende dal Brennero fino a Bolzano, una delle principali valli di questa regione, attraversata dall’omonimo fiume,.
La città di Bressanone considerata il capoluogo storico, il centro culturale, sociale ed economico della valle.
E’ immersa in una larga conca dove tra castagneti, frutteti e vigneti, troviamo suggestivi masi dalle strutture tipicamente tirolesi che in alcuni casi, sono sedi di rinomate cantine.
In questa valle la coltura della vite risale ad alcuni secoli a. C. ma è nel Medioevo che ci sono le prime significative dimostrazioni di un’attività enologica importante, svolta per lo più dai monaci nei piccoli monasteri o nelle grandi abbazie; Novacella ne è l’esempio più emblematico.
Nella vallata per molti secoli, i vini rossi furono quelli maggiormente prodotti, ma dai primi del 1900, vuoi per il clima poco favorevole ai vitigni a bacca nera, la relativa qualità del vino con la conseguente scarsa richiesta commerciale, nonché la piaga della fillossera, portarono alla quasi totale interruzione dell’attività vitivinicola, con gli agricoltori che coltivavano esclusivamente per l’autoconsumo.
La prima zona che si riprese da questa scarsa operosità fu proprio la Conca Bressinese , nella quale si realizzarono nuovi terrazzamenti, si collocarono nuove vigne e vennero introdotte nuove varietà, molto più adatte alle condizioni pedo-climatiche del territorio.
Dal 1960 ci fu la rinascita, grazie all’introduzione di rinomati vitigni a frutta bianca, alla tutela della qualità e non ultima, all’intraprendenza imprenditoriale di molti vignaioli che negli anni a seguire riuscirono a fare della Valle Isarco una delle migliori zone italiane per i vini bianchi.
Tra le varietà introdotte in quel periodo senz’altro c’è il Sylvaner, un vitigno a bacca bianca di origine franco-tedesca, coltivato soprattutto in Alsazia e Franconia.
E’ un’antica varietà forse originaria dalla Transilvania e arrivata in Germania dopo la Guerra dei Trenta anni a metà del 1600 e da allora in terra tedesca questa varietà ha sempre occupato un posto di rilievo, tanto che nel 2009 venne celebrato il suo 350° anniversario.
Dall’analisi genetica risulta dall’incrocio tra due varietà il “Bianco Austriaco” o “Hunnic” ed il Traminer.
Si suppone che due siano i percorsi che permisero l’introduzione del vitigno nel nostro paese:
il primo grazie ai pellegrini cristiani che dopo aver attraversato le Alpi, trovavano rifugio nei monasteri o nei masi presenti in queste vallate, mentre il secondo, è relativo ai mercanti ed ai loro commerci all’interno dei territori dell’Impero Austro-Ungarico.
In questa zona, spesso ci troviamo di fronte a realtà aziendali vitivicole di piccola- media dimensione ma nonostante ciò, molti di questi vignaiuoli negli anni si sono costruiti la loro indipendenza, dalla vigna, alla cantina fino alla promozione e commercializzazione, posizionandosi in modo rilevante sui mercati.
Una di queste aziende è senza ombra di dubbio Kofererhof, una delle più antiche cantine, risalente all’anno 976 e gestita da tre generazioni dalla famiglia Kerschbaumer.
Qui, siamo in una delle zone più fredde dell’Alto Adige, con le vigne ventennali ben esposte a sud tra i 600 ed i 1000 mt s.l.m.,dove l’escursione termica autunnale, le maturazioni tardive sulla pianta ed i terreni di origine morenica, sabbiosi e granitici, conferiscono ai vini quella tipica mineralità.
Fino al 1995 le uve venivano conferite alla sottostante cantina dell’Abbazia di Novacella ma da allora Kerschbaumer ha iniziato “a far vino”, identificando il suo stile così da crearsi uno spazio ed un’immagine importanti, tanto da rivelarsi uno dei migliori produttori italiani di vini bianchi.
Il Sylvaner vinificato in questa cantina è un grande vino bianco con le uve sottoposte ad un’accurata selezione e vendemmiate tra la fine di settembre ed i primi di Ottobre.
Seguono le successive fasi per la vinificazione e l’affinamento avviene in acciaio per diversi mesi sui lieviti.
Il colore è giallo paglierino intenso. Erbette e fiori di campo, frutta a polpa bianca ed una vena agrumata. Risulta delicato, fresco, sapido, con una certa mineralità e assolutamente pieno. Equilibratissimo.
Gradazione 13%.
Di pronta beva ma lasciato in cantina per un paio d’anni, regalerà sensazioni inaspettate per un vino bianco.
Per gustarlo al meglio, apriamolo un 20 minuti prima ad una temperatura di 8-10°C e poi abbiniamolo a del pesce crudo o affumicato, pasta ai frutti di mare, branzini e orate al forno. Risotto alla zucca o con verdure, carni bianche in umido, oppure servito con salse, marmellate e formaggi freschi, anche di capra.
Se passate in zona, fermatevi al ristorante annesso alla cantina, potrete assaporare le delizie della cucina alto-atesina, bagnate da ottimi vini ammirando uno splendido panorama della vallata Bressinese.
E come sempre
…mezzo vuoto o mezzo pieno??
Purché sia buono, bianco, rosso e verde!!
2 Commenti. Nuovo commento
Caro Fabio, conosco la zona e oltre che posti fantastici che incantano gli occhi posso confermare che la collocazione dei vigneti unita al favorevole clima e alla metodica, consolidata e pregevole vinificazione fan si che come viene ben dettagliato nella tua esposzione ha come risultato un vino di pregevole qualità unico al profumo inconfondibile dell’incrocio con Traminer.
Merita avere in cantina almeno un cartone di questo nettare………
Grazie per farmi conoscere sempre nuove luoghi e aziende delle nostre vigne in Italia
Carissimo Giorgio,
ti ringrazio per le tue parole, perché in primo luogo posso conoscere il tuo pensiero o giudizio su un vino e poi perché l’obiettivo di questo sito è proprio lo scambio, la condivisione di opinioni.
Infine, se posso permettermi, più che un cartone di solo Sylvaner, in cantina portati alcune bottiglie di vini bianchi “diversi” , perchè la gamma è veramente ampia, completa e di un livello qualitativo eccezionale. E’ considerato uno dei “bianchisti” migliori d’Italia.
Un saluto