IN CANTINA

ROSSIVAL D'AOSTA

Emerico, Pinot Nero, Vallée d’Aoste DOC, Cantina Ottin, Fraz. Neyves Aosta

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In Valle d’Aosta, la catena montuosa delle Alpi è un fattore determinante per la coltivazione della vite.

Infatti, da un lato influenza le condizioni climatiche del territorio, con le escursioni termiche giornaliere e stagionali, oppure con la  benefica azione protettiva di barriera naturale verso le correnti fredde settentrionali, o quelle umide atlantiche.

D’altro canto però, il profilo orografico limita di gran lunga la superficie coltivabile, che risulta decisamente frammentata e che costringe il viticoltore a sfruttare le più piccole parcelle di terreno, adottando forme di allevamento particolari.

 

Tutto ciò naturalmente porta ad avere, nonostante la densità d’impianto elevata, una resa quantitativa modesta, che da una parte sfavorisce la produzione e la successiva commercializzazione su larga scala, ma dall’altra, sviluppa una tipicità di etichette di alto livello qualitativo, dando a questi vini una certa immagine ed una notevole esclusività.

Solo il 5 % del totale della superfice vitata si trova in pianura, quindi la maggior parte delle vigne è in montagna, con tutto ciò che ne consegue.

Nelle pagine precedenti, abbiamo visto che in questa regione ci sono dei grandi vini bianchi ma il 60 % della produzione è fatta soprattutto da vini rossi, prodotti da vitigni provenienti dal vicino Piemonte o dalla Francia, che in Val d’Aosta hanno trovato le condizioni ideali per emergere.

E qui voglio considerare proprio uno di questi, il celeberrimo Pinot Nero.

Il capostipite della famiglia dei Pinot, uno dei vitigni a bacca rossa più coltivati e diversamente vinificati (è la base dei vini bianchi ottenuti dal Metodo Champenois o Classico a doppia fermentazione oppure dei “rosé” prodotti con lo stesso metodo).

Il termine pinot deriva da pigna, ”piccola pigna”, per la somiglianza tra questa ed il grappolo d’uva.

Gli acini risultano di piccola dimensione e sono uniti uno all’altro e ricordano le foglie o “squame” disposte sull’asse centrale degli stròbili, chiamati semplicemente pigne o coni.

L’origine di oltre 2 mila anni fa è la Borgogna, dove da sempre si è prodotto grandissimi vini i quali da questa si sono trasferiti con successo in altri Paesi Europei fin oltre Oceano.

Pur essendo così largamente diffuso, è piuttosto delicato e difficile sia da coltivare che da vinificare, pertanto risulta quasi una sfida per i vitivinicoltori ma se trova le condizioni ideali di suolo e di clima, risulta un vino con un’espressione che non ha simili.

La Cantina Ottin, a nord di Aosta, fa di questo vitigno e del suo vino, un punto di forza, legato alla passione ed alla tradizione famigliare.

E’ una modesta realtà agricola, che comprende, oltre al vigneto, un meleto ed un pascolo per l’allevamento dei bovini; 16 ettari, di cui 8 vitati, distribuiti in piccole parcelle fra i 500 ed i 700 mt s.l.m.

“La passione per coltivare la terra ed il piacere di fare il vino”, questa è la filosofia famigliare, trasferita da una generazione all’altra.

Condizioni pedo-climatiche ottimali, concimazioni naturali e principi di lotta integrata tra le vigne mentre, per mantenere una certa sostenibilità ambientale, oltre all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, la cantina è stata costruita interamente sotto il livello del terreno, avendo così temperatura e umidità costante.

Tutto ciò ha portato questa cantina ad essere considerata, dagli esperti del settore, una delle più espressive rappresentanti del panorama enologico valdostano.

Il Pinot “Emerico” è una riserva e prende il nome dal genitore fondatore dell’azienda e grande ammiratore di tale vitigno.

Le uve vengono raccolte e selezionate manualmente a fine Settembre e fatte macerare a freddo per  7 gg; in seguito la fermentazione che si sviluppa  in serbatoi d’acciaio per 10 gg.

Il mosto così ottenuto viene introdotto in botti di rovere, nelle quali avviene la vinificazione e si affina per 18 mesi. Imbottigliamento e affinamento successivo in vetro per pochi mesi.

Nel bicchiere si presenta di colore rosso granato limpido ma intenso. I sentori sono delicati ma di carattere.

Si va dai piccoli frutti rossi maturi, alle erbe aromatiche di montagna come il ginepro.

Il muschio, la resina, gli aghi di pino, infine cuoio e spezie delicate. Bocca e naso in equilibrio, rotondo e avvolgente. Grande finezza ed eleganza, con il giusto tannino, minerale ed una buona acidità con un finale lungo e piacevolmente persistente. Gradazione 13,5%

Da bere subito ma è possibile lasciarlo in cantina per qualche anno. Temperatura di servizio 16°-18°C, dopo averlo aperto almeno 15-20 minuti prima.

Con piatti a base di carne, grigliata, in umido, la selvaggina, faraona e tacchinella ripiene.

Salumi in generale, con  il lardo d’Arnad DOP ed un tagliere di formaggi stagionati.

Paste fresche con funghi o tartufo oppure con ragù di carne.

Se siamo in Regione, Polenta concia, la Carbonade o spezzatino di manzo, la Zuppa Favò, o il Civet di camoscio e quant’altro offre la cucina tipica locale.

E come sempre

…mezzo vuoto o mezzo pieno??

Purchè sia buono, bianco, rosso e verde!!

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